Progetto

Il progetto “Decoding Wireless” ripercorre la storia delle tecnologie senza fili (riassunte appunto col termine wireless), mettendone in luce l’importanza nella vita quotidiana e la dimensione materiale. Il wireless molto spesso è dato per scontato e ci accorgiamo della sua importanza solo quando non funziona – quando ad esempio non riusciamo a collegarci al Wi-Fi o il nostro telefono “non ha campo”. Obiettivo del progetto è far emergere i lati nascosti del wireless, talmente integrati nelle abitudini quotidiane da passare inosservati. Per fare ciò, ricercatori dell’Università della Svizzera italiana (USI) e della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) hanno ideato un’esperienza immersiva, articolata attraverso una serie di installazioni, passeggiate urbane, eventi silenziosi, una pubblicazione, questo sito web e altre attività liberamente accessibili in alcuni spazi pubblici di Lugano e Locarno tra fine giugno e metà agosto 2019.

Temi rilevanti

La storia conta!
Il wireless di oggi deriva da molte scelte compiute nel passato. Il wireless di domani è frutto di scelte che stiamo facendo ora. Tema fondamentale di questo progetto è l’importanza della storia per capire il presente e per ragionare sul futuro. Senza Marconi non si capisce il Wi-Fi oggi, insomma.

Non dare per scontati i tuoi gesti quotidiani.
Molte delle azioni che compiamo quotidianamente sono automatiche e date per scontate, incluso utilizzare tecnologie wireless. Soffermiamoci un attimo a riflettere: come siamo arrivati qui? Perché il wireless è diventato indispensabile? Da quando? Per quale motivo muoviamo vorticosamente i pollici sullo schermo di un telefono per alcune ore al giorno? Obiettivo del progetto è decostruire e riflettere su questi aspetti che sembrano banali.

Toccare l’invisibile.
Il wireless sembra essere etereo e inafferrabile, mentre è fatto di antenne, cavi e fili. Il progetto mette a tema la dimensione materiale del wireless e mostra come anche questa tecnologia invisibile si possa in realtà vedere e addirittura toccare.

Obiettivi

Il wireless è un’invenzione recente o del passato? Perché, come e quanto frequentemente si usano strumenti wireless e quali sono? Il wireless è fatto di tecnologie leggere e immateriali oppure di infrastrutture fisiche che però rimangono “nascoste”? Rispondere a queste tre domande rientra tra gli obiettivi del progetto Agorà “Decoding Wireless”. Il progetto vuole infatti ricostruire la dimensione storica delle tecnologie senza fili da fine Ottocento a oggi, ricordando che i mezzi di comunicazione che usiamo hanno loro storie, biografie, momenti di svolta che li hanno indirizzati. Anche le nostre biografie (e non solo quelle degli oggetti) sono sempre più intrecciate con il wireless e, senza rendercene conto, trascorriamo molte ore al giorno interagendo con tecnologie senza fili. Secondo obiettivo del progetto è allora quello di focalizzarsi sulla nostra vita e realtà quotidiana, evidenziando il ruolo che il wireless ha assunto giorno per giorno. Il terzo obiettivo del progetto è quello di rendere visibile una tecnologia che pare invisibile. Wireless è spesso sinonimo di etereo (pensate alla metafora del cloud, della nuvola) e di immateriale (fin dalla parola senza fili, che indica un’assenza). Ma non è così: le comunicazioni wireless passano attraverso antenne, cavi, fili e tubi. Evidenziare la materialità spesso nascosta è un obiettivo di “Decoding Wireless”.

Partner

Archivio PTT, Köniz.  L’Archivio delle PTT salvaguarda la storia della posta, della telegrafia e della telefonia (PTT) svizzere. È un archivio storico d’impresa de La Posta Svizzera e di Swisscom, due aziende che nel 1997 hanno sostituito le PTT in seguito alla privatizzazione.
Info: ITA / ENG

Longlake Festival, Lugano. Creato nel 2011, il Festival internazionale LongLake è uno dei più grandi open air urbani della Svizzera. Un intero mese di eventi tra musica, letteratura, incontri, animazioni, teatro, danza, cinema, spettacoli per bambini e installazioni di arte urbana che invaderanno le vie, le piazze e i parchi pubblici dando vita ad un intenso incontro tra artisti e pubblico.
Info: ITA / ENG
Fondazione e Museo Guglielmo Marconi, Pontecchio Marconi. Situata a Villa Griffone, dove Guglielmo Marconi sperimentò per la prima volta la telegrafia senza fili, la Fondazione ospita sia il Museo Marconi, sia un Centro di ricerca sulle radiocomunicazioni.
Info: ITA www.fgm.it ; www.museomarconi.it
ENG www.fgm.en; www.fgm.en/museum
Locarno Film Festival, Locarno. Fondato nel 1946, è la più rilevante manifestazione cinema­tografica svizzera e tra le più importanti al mondo. Numerosi i film presentati ai quattro diversi concorsi: Concorso internazionale, Concorso Cineasti del presente e i concorsi Pardi di domani (nazionale e internazionale). Il cuore del Festival è certamente la proiezione serale di film nella splen­dida cornice di Piazza Grande che per l’occasione si trasforma nella “più bella sala cinematografica a cielo aperto”.
Info: ITA / ENG
Museo della comunicazione, Berna. Museo dedicato solo alla comunicazione e alla sua storia. Attraverso mostre ed esibizioni, approfondisce gli effetti della comunicazione e delle sue tecnologie sulla cultura e sulla società. Al Museo è stato appena assegnato il prestigioso “Council of Europe Museum Prize 2019”.
Info: ITA / ENG

Museo della radio, Monte Ceneri. Il museo offre un percorso didattico attraverso la storia della radio, da Guglielmo Marconi ad oggi. In uno spazio dedicato sul Monte Ceneri sono esposti ricevitori radiotelevisivi, telefoni mobili, parti di trasmettitori, apparecchi di misura ed altro. È inoltre presente una biblioteca di tecnica e della storia della radiocomunicazione.
Info: ITA

RSI Radiotelevisione svizzera, Lugano. Unità di business della SSR, produce e distribuisce i programmi radiotelevisivi di servizio pubblico nella Svizzera italiana dal 1933.
Info: www.rsi.ch

Team

Università della Svizzera italiana (USI) è una delle dodici università pubbliche ufficialmente riconosciute dal sistema accademico svizzero, coordinato da swissuniversities. È organizzata in cinque Facoltà ed è attiva in diverse aree di studio e di ricerca, in particolare: architettura, comunicazione, data science, diritto, economia, health studies, informatica, medicina e biomedicina, scienza computazionale e studi umanistici. Presso la Facoltà di Scienze della comunicazione è presente l’Istituto di media e giornalismo, che si occupa di analizzare i mezzi di comunicazione nella società contemporanea. L’IMeG svolge attività di ricerca, in particolare nelle seguenti aree: organizzazione e strategie delle imprese mediali; evoluzione storica dei media in diversi contesti socio-politici, economici, culturali; dinamiche di consumo dei media in diversi contesti e da parte di diverse categorie sociali (con un particolare focus sui consumi dei giovani); evoluzione delle professioni mediali, con particolare attenzione al giornalismo.

I due ricercatori attivi in questo istituto che prendono parte al progetto sono: Gabriele Balbi e Maria Rikitianskaia.

Scuola Universitaria Professionale della Svizzera italiana (SUPSI) è una delle nove Scuole universitarie professionali (SUP) riconosciute dalla Confederazione Svizzera. La SUPSI offre più di trenta corsi di laurea caratterizzati da un insegnamento d’avanguardia che unisce all’istruzione teorico-scientifica classica un orientamento professionale. Grande attenzione è dedicata alla ricerca, svolta in settori chiave attraverso progetti acquisiti in modo competitivo presso le grandi agenzie europee e nazionali o su mandato di aziende e istituzioni. Presso il Dipartimento ambiente costruzioni e design è presente il Laboratorio cultura visiva, unità disciplinare preposta a svolgere attività di ricerca, servizio e formazione continua nei settori del design e della comunicazione a supporto del territorio regionale e insubrico, con una forte apertura al contesto nazionale e internazionale. Il Laboratorio si presenta come centro specialistico entro cui sviluppare strumenti, registri linguistici ed espressivi, tecniche e tecnologie della progettazione, trasmissione ed elaborazione della conoscenza e della cultura materiale e immateriale.

I collaboratori attivi in questa unità che prendono parte al progetto sono: Jean-Pierre Candeloro, Giancarlo Gianocca, Valentina Meldi e Luca Morici.

Il team di ricercatori e designer che ha partecipato al progetto “Decoding Wireless” lavora presso USI e SUPSI.

Decoding team
Gabriele Balbi, professore associato in media studies, insegna storia e sociologia dei media all’USI. Tra i suoi incarichi istituzionali, è direttore del Bachelor in Scienze della comunicazione, direttore dell’Osservatorio sui media e le comunicazioni in Cina, vice direttore dell’Istituto di media e giornalismo e chair dell’ECREA Communication History Section. Tra le sue pubblicazioni recenti, A History of Digital Media. An Intermedia and Global Perspective (Routledge 2018, con Paolo Magaudda) e Fallimenti digitali. Un’archeologia dei ‘nuovi’ media (Unicopli 2018, con Paolo Magaudda).
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Jean-Pierre Candeloro ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze della comunicazione e ha una vasta esperienza nello sviluppo e realizzazione di progetti di ricerca applicata e comunicazione nell’ambito delle industrie creative e culturali. Dal 2010 dirige il Laboratorio cultura visiva della SUPSI e il programma di sviluppo id w / interactive documentary workshop, promosso in collaborazione con il Festival internazionale Visions du Réel.
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Giancarlo Gianocca, nel 2004 consegue il Bachelor in Comunicazione visiva presso la SUPSI. Dopo gli studi lavora per gli studi Sputnik e Lucasdesign collaborando a rilevanti progetti di corporate design. Dal 2008 collabora con Syndicom e crea l’evento Communico – Giornata del design e della comunicazione visiva. Nello stesso anno inizia il suo percorso professionale presso il Laboratorio cultura visiva progettando la nuova identità visiva della SUPSI. Dal 2013 è docente di grafica, infografica e illustrazione presso il Corso di laurea in Comunicazione visiva della SUPSI.
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Valentina Meldi, consegue il Bachelor in Comunicazione visiva presso la SUPSI nel 2015 e successivamente inizia a lavorare in qualità di assistente presso il medesimo corso di laurea. Affianca i docenti nei corsi dell’area digitale: web, user interface, interaction design e il progetto interdisciplinare “Crossmedia: Orientation and Identity Design”. Nel 2016 inizia a lavorare, sempre in qualità di assistente, presso il Laboratorio cultura visiva svolgendo vari compiti, dalla grafica tradizionale al photoshooting, webdesign e video riprese.
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Luca Morici, laureato in sociologia, ha collaborato con enti pubblici e non profit in numerosi progetti di ricerca e di intervento sociale. Si è occupato di insegnamento e ricerca in sociologia dei media e consumo massmediale presso l’Università della Svizzera italiana dal 1998 al 2006. Dal 2006 è docente e ricercatore presso il Laboratorio cultura visiva della SUPSI dove, oltre a insegnare sociologia visuale e infografica nel Corso di laurea in Comunicazione visiva, collabora a progetti e ricerche nell’ambito della comunicazione visuale.
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Maria Rikitianskaia, ricercatrice postdoc, nel 2018 ha conseguito un dottorato in Scienze della comunicazione presso l’USI di Lugano. In precedenza ha ricevuto un master in Studi culturali applicati e un bachelor in Studi culturali alla National Research University – Higher School of Economics, Mosca, Russia. La sua ricerca si concentra sulla storia della comunicazione wireless, dalla radiotelegrafia durante la Prima guerra mondiale alle reti wireless e mobili dei nostri giorni.
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Disclaimer
Non è stato possibile individuare tutti i diritti e gli autori delle immagini e le fonti storiche utilizzate in questo progetto. Gli autori del progetto rimangono però a disposizione per eventuali richieste di copyright.